NapoliExtraComunitaria (di Giovanni Vacca)

      Ho conosciuto Pasquale Terracciano e la sua famiglia alcuni anni fa, quando lavoravo ad un libro sulla storia del Gruppo Operaio 'E Zezi di Pomigliano d'Arco; uscito, come tanti, dai Zezi, di cui è stato tra i fondatori e a lungo tra i principali animatori, Pasquale ha proseguito poi per la sua strada di cantore e teatrante, coinvolgendo tutti i membri della sua famiglia nel progetto

"NapoliExtraComunitaria", che si ricollega alla tradizione delle famiglie d'arte, un tempo assai diffuse nel nostro paese.

      Attiva ormai da anni in feste popolari e di partito, oltre che in scuole ed università, la famiglia Terracciano è impegnata in concerti e laboratori di musica e danza, nonché in seminari sulla costruzione e l'utilizzazione di strumenti della tradizione vesuviana, con quella passione e quella dedizione, quella simpatia e quella generosità che solo chi è autenticamente calato nella cultura popolare può esprimere. E guardatelo allora, Pasquale, che impersona il 'Pazzariello', questo personaggio, ormai scomparso, che reclamizzava l'apertura di qualche nuova bottega o una svendita clamorosa nella Napoli di un tempo; guardatelo mentre, vestito di tutto punto, con abito napoleonico e feluca, coinvolge la gente per le strade, nei bar, ovunque, in surreali giochi verbali usando le tecniche della cultura orale mentre la sua famiglia, con qualche aggiunto sempre dal vecchio giro dei Zezi, lo accompagna a mò di banda, proprio come vuole la tradizione: non perdetevelo perché è forse l'ultimo Pazzariello in circolazione, l'ultimo erede di quell' "entusiasmo" rituale sopravvissuto in città sotto i panni del banditore folle.

      Ed è infatti la tarantella che lo accompagna, la danza carnevalesca per eccellenza; una tarantella, però, su cui sono modulate anche le melodie delle canzoni classiche napoletane, quelle canzoni che al popolo furono imposte e che il popolo finì giocoforza per accettare ma riadattandole ai suoi stilemi espressivi, così come avvenne anche, ad esempio, nella tradizione dei 'posteggiatori'.

      La contaminazione quindi, così come fu per i Zezi, è la cifra espressiva di NapoliExtraComunitaria, e nel loro primo lavoro su musicassetta ("Extra" [ndr.]) scorrono infatti invocazioni rituali e canti di lavoro, antiche leggende della tradizione contadina e rielaborazioni 'colte', con una costante attenzione allo stile fonico del vero canto popolare. Oggi la 'band' vive un momento di transizione tra collaudati linguaggi e nuove sonorità, ma siamo certi che la vibrante voce del Pazzariello continuerà a risuonare, reggendo all'urto di chitarre elettriche e batteria!

 

NapoliExtraComunitaria (di Rocco Primavera)

      Il progetto poetico e la capacità di ricerca di NapoliExtraComunitaria sono un'occasione per capirci, sono uno strumento per contrastare questa attuale, terribile omologazione in cui tutto si spegne.

      Ascoltando possiamo capire come le necessità vitali, i desideri profondi, si esprimano in memorie, ritmi, suoni, gesti, parole, silenzi: in ogni caso secondo una complessa punteggiatura collettiva.

      Possiamo sentire il potenziale della tradizione popolare e del suo linguaggio sempre realistico, possiamo immaginare di vivere in spazio culturale dove ad ogni individuo sia restituita la capacità di espressione e di scelta.